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Il Novecento

Una Morciano che fu -nel primo novecento -il paese più sconcertante della Romagna: il paese dei mangiapreti ad oltranza e dei bigotti sfegatati.
Il paese delle tante osterie e delle filodrammatiche, delle donne che si abbrutivano nel vino delle bellissime che quando andavano a spasso la domenica, facevano rimanere senza fiato(...).
Il paese senza mezze misure ...dei tutti vagabondi e dei lavoratori accaniti, dei tutti disgraziati e degli uomini importanti".
(Pina Renzi).


Negli anni immediatamente successivi all' Unità d'Italia, l'economia morcianese era fondata principalmente sull'agricoltura, organizzata per la maggior parte secondo il sistema della mezzadria. Dalla produzione agricola derivavano tutte le altre attività economiche presenti sul territorio morcianese: l'allevamento del bestiame, in particolar modo del bue da lavoro; l'industria molitoria, con ben 5 molini operanti in prossimità del fiume;e, soprattutto, il commercio dei prodotti agricoli e del materiale zootecnico.
Momento centrale della vita del paese erano i mercati e le Fiere che proprio dall'economia prevalentemente agricola della valle del Conca traevano la propria esistenza. Attualmente il mercato che continua a tenersi per le strade di Morciano, benché nella forma riproduca quella di allora, è, nella sostanza, un fenomeno molto diverso. Fino a quando l'economia locale si è basata sui prodotti della terra e sull'allevamento il mercato paesano ha rappresentato l'unica opportunità per coloni, allevatori e piccoli artigiani, per commerciare i frutti del proprio lavoro, oltre che per acquistare beni di prima necessità. Confinate ognuna nel proprio podere, le famiglie contadine non avevano spesso altra possibilità di contatti e scambi sociali all'infuori del mercato settimanale, il quale diveniva così anche momento di aggregazione sociale, di circolazione di idee, di confronto per la popolazione della vallata.
Accanto al mercato si tenevano le Fiere (la più importante era ovviamente quella di San Gregorio) le quali erano soprattutto compravendita di bestiame, esposizione e vendita di strumenti agricoli. Per chi avesse voluto trovare distrazione, nei giorni di mercato non mancavano saltimbanchi e cantastorie; mentre per bere un bicchiere in compagnia erano attive ad ogni angolo del paese un gran numero di osterie e trattorie.
Il luogo destinato ai mercati e alle fiere era la Piazza del Popolo, molto più ampia di adesso poiché non erano ancora stati costruiti né il Municipio né i giardini pubblici.
Ben presto, però, si sentì l'esigenza, per motivi igienici, di differenziare le merci collocandole in luoghi distinti: fu così disposto un Foro Boario per l'esposizione del bestiame grosso e minuto, mentre gli altri prodotti furono lasciati sulla Piazza. Oltre alle merci menzionate, a Morciano era presente un rilevante mercato di bozzoli di bachi da seta, prodotti in loco dal bachificio Valentinotti, e di sementi per l'agricoltura: i bozzi e le sementi venivano venduti sotto il "padajòn", cioè il loggiato costruito appositamente per questo mercato agli inizi del secolo, sul quale poi, nel 1929, sarà costruito il Palazzo Municipale.

Nel 1870 fu terminata la costruzione del Ponte sul Conca, opera che rese Morciano, un nodo stradale obbligato di collegamento tra il Montefeltro, l'alta Valconca e il riminese, potenziandone decisamente la vocazione commerciale. Grazie ad esso, nel giro di pochi anni, la circolazione di genti e di merci si intensificò notevolmente superando i limiti dei mercati settimanali e divenendo un fenomeno giornaliero. Ciò diede impulso alla nascita di negozi, di attività di vendita all'ingrosso e di tutte quelle funzioni appartenenti all'artigianato di servizio, determinando il passaggio di Morciano da un economia prevalentemente agricola e povera ad un'economia fondata sul terziario,in espansione e con rassicuranti prospettive per il futuro. In quegli anni si registrò un notevole incremento demografico dovuto all'abbandono delle località collinari da parte di chi intendeva sfruttare le maggiori possibilità lavorative che Morciano offriva. Verso la fine degli anni '70 nell' Amministrazione pubblica alla vecchia classe dei proprietari terrieri si sostituì la nascente piccola borghesia commerciale costituita da negozianti, artigiani e liberi professionisti. Quest'ultima attuò una politica dinamica, lungimirante e di sostegno, anche mediante onerosi investimenti, alle attività commerciali. Il più importante contributo di tale politica allo sviluppo di Morciano fu l'ideazione, nel 1887, del primo Piano Regolatore ad opera del Geometra Diomede Forlani. >
Il Forlani ideò il Piano Regolatore, opera organicamente antiveggente e decisamente proiettata nel futuro, che prevedeva importanti realizzazioni quali la costruzione di ampie strade, larghe 10-15 metri, di case popolari, di uno stadio, di un parco pubblico, di una stazione ferroviaria, di un nuovo stralcio del cimitero, ecc.. l nuovo P.R. diede l'avvio ad una serie di importanti interventi urbanistici: miglioramento delle condizioni igieniche del centro abitato, adattamento delle strutture e degli spazi in cui si svolgevano i mercati (Foro Boario, macello pubblico, fontane pubbliche, mercato del pesce, ecc.), costruzione di ampie strade e di nuove abitazioni, e provvedimenti per le scuole elementari . Attraverso questi interventi, che diedero a Morciano la nuova fisionomia,si posero le basi-servizi e infrastrutture -per il suo futuro sviluppo. Nei primi anni del XX secolo, con l'intensificarsi degli scambi e delle comunicazioni, in seguito alla motorizzazione dei trasporti, Morciano ampliò ulteriormente il proprio settore terziario, che rappresenta ancor oggi la sua primaria risorsa economica: nacquero nuovi negozi, botteghe e molte altre attività commerciali che andarono a soddisfare la domanda di servizi di un vasto territorio. Essendo luogo di passaggio delle più importanti vie di comunicazioni, e potendo disporre di un' ampia rete di distribuzione e di servizi, Morciano divenne la sede dei primi insediamenti piccolo-industriali (laboratori artigianali, piccole aziende) della Valconca: il Pastificio Ghigi, nato nel 1870; lo stabilimento Tipografico E.Gasperi, fondato nel 1913; il Bachificio Valentinotti, il Lanificio Ceccolini, trasferito nel 1923 da Mercatino Conca; e altre officine per la lavorazione di legnami, pelli, marmo, ecc.. Il poderoso progresso che Morciano conobbe senza soluzione di continuità dal 1870 a metà del nostro secolo non è legato solamente ad una serie di circostanze materiali quali la prossimità con i maggiori centri sia della costa che dell'entroterra o la secolare designazione di sede di importanti mercati e fiere, o la localizzazione al centro della Valconca dove le maggiori vie di comunicazione convergono; l'altro fondamentale elemento che occorre considerare è costituito dal diffuso corporativismo, dal forte senso di solidarietà che caratterizzò la popolazione morcianese in quegli anni.
Il Forlani ideò il Piano Regolatore, opera organicamente antiveggente e decisamente proiettata nel futuro, che prevedeva importanti realizzazioni quali la costruzione di ampie strade, larghe 10-15 metri, di case popolari, di uno stadio, di un parco pubblico, di una stazione ferroviaria, di un nuovo stralcio del cimitero, ecc.. l nuovo P.R. diede l'avvio ad una serie di importanti interventi urbanistici: miglioramento delle condizioni igieniche del centro abitato, adattamento delle strutture e degli spazi in cui si svolgevano i mercati (Foro Boario, macello pubblico, fontane pubbliche, mercato del pesce, ecc.), costruzione di ampie strade e di nuove abitazioni, e provvedimenti per le scuole elementari .
Attraverso questi interventi, che diedero a Morciano la nuova fisionomia,si posero le basi-servizi e infrastrutture -per il suo futuro sviluppo.

Nei primi anni del XX secolo, con l'intensificarsi degli scambi e delle comunicazioni, in seguito alla motorizzazione dei trasporti, Morciano ampliò ulteriormente il proprio settore terziario, che rappresenta ancor oggi la sua primaria risorsa economica: nacquero nuovi negozi, botteghe e molte altre attività commerciali che andarono a soddisfare la domanda di servizi di un vasto territorio. Essendo luogo di passaggio delle più importanti vie di comunicazioni, e potendo disporre di un' ampia rete di distribuzione e di servizi, Morciano divenne la sede dei primi insediamenti piccolo-industriali (laboratori artigianali, piccole aziende) della Valconca: il Pastificio Ghigi, nato nel 1870; lo stabilimento Tipografico E.Gasperi, fondato nel 1913; il Bachificio Valentinotti, il Lanificio Ceccolini, trasferito nel 1923 da Mercatino Conca; e altre officine per la lavorazione di legnami, pelli, marmo, ecc.. Il poderoso progresso che Morciano conobbe senza soluzione di continuità dal 1870 a metà del nostro secolo non è legato solamente ad una serie di circostanze materiali quali la prossimità con i maggiori centri sia della costa che dell'entroterra o la secolare designazione di sede di importanti mercati e fiere, o la localizzazione al centro della Valconca dove le maggiori vie di comunicazione convergono; l'altro fondamentale elemento che occorre considerare è costituito dal diffuso corporativismo, dal forte senso di solidarietà che caratterizzò la popolazione morcianese in quegli anni.
La più importante espressione di tale solidarismo fu la fondazione, nel 1867, della Società Operaia di Mutuo Soccorso con annessa, ma solo dal 1876, una Cassa Operaia di Prestiti e Risparmio che rappresenta il primo istituto di credito morcianese. Era fondamentalmente un'associazione previdenziale cui aderivano lavoratori di mestieri diversi. Il nucleo principale era costituito dai "soci effettivi", (circa 500 su 2000 abitanti) coloro cioè che si erano iscritti versando una quota iniziale e contributi periodici, ai quali si affiancavano alcuni "soci ordinari", persone cioè di categorie agiate che intendevano, pagando i contributi, attestare alle categorie subalterne il loro appoggio e simpatia, e che, in genere, occupavano le cariche direzionali della Società. Ma erano i primi il fulcro della Società ad essi era rivolto il "mutuo soccorso" e tutte le iniziative collaterali, cioè pensioni agli inabili al lavoro, contributi alle vedove, e agli orfani dei soci, sussidi ai cronici, difesa dei salari, tutela antinfortunistica, ecc. Inoltre la Cassa Prestiti e Risparmi incoraggiava l'iniziativa privata fornendo i finanziamenti necessari.
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